Temi | Descrizioni |
Famiglia | Caprifoliaceae |
Nome scientifico | Viburnum lantana |
Identificazione | Piccolo arbusto frondoso, portamento eretto, alto non più di 6 m con rami coperti da una fitta peluria grigia; chioma globosa e densa; foglie caduche, opposte, di forma ovale con base cordata e margine finemente dentellato, lunghe 5-12 cm, portate da piccioli tomentosi. La pagina superiore è verde e ruvida; quella inferiore, più chiara e rugosa, è ricoperta da una peluria bianca. In autunno diventano rossastre variegate prima di cadere. Corteccia di colore bruno-grigiastro. |
Crescita e longevità | Una pianta che vive 30-50 anni. |
Legno | Molto duro; si utilizzava per la produzione di pipe e bocchini. |
Ecologia | Cresce su pendii soleggiati, in luoghi con estati calde ma non aride. Ama terreni ricchi di sali: la sua presenza indica l'esistenza di calcare nel terreno. |
Fiori | Ermafroditi, di colore bianco- crema, riuniti in infiorescenze piane. Nella stessa infiorescenza vi sono due tipi di fiori: quelli periferici, più ornamentali ma sterili; quelli centrali, insignificanti ma fertili. I primi hanno la funzione di attirare gli insetti impollinatori verso i secondi. Compaiono dalla fine della primavera all'inizio dell'autunno ed emanano un caratteristico odore aspro.
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Frutti | Piccole drupe di forma ovale-oblunga, raccolte in infruttescenze piatte. Sono dapprima di colore verde, poi a maturità nere e lucide. La polpa è aspra e velenosa. |
Interesse | Arbusto rustico di discreta ornamentalità. Esistono varietà selezionate impiegate in parchi e giardini; pianta colonizzatrice: emette polloni con facilità e gli uccelli, che si cibano dei frutti, spargono i semi ovunque.
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Distribuzione | Diffusa nei boschi di tutta Europa, dalla pianura alla collina. |
Impieghi | I rami flessibili venivano utilizzati un tempo per legare pacchi e per confezionare cesti. Le foglie e i frutti vengono impiegati per preparare una bevanda astringente, usata per gargarismi e nella cura delle angine. Dai frutti maturi si ricavava un inchiostro. |
Curiosità | La denominazione generica deriva probabilmente dal latino vimen, cioè vimine, per la flessibilità dei rami; anche la denominazione specifica fa probabilmente riferimento a questa caratteristica, avendo la radice nel latino "tentare" che significa appunto "piegare". |