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Parco delle
Colline di Brescia
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Olmo

Temi Descrizioni
​Famiglia Ulmaceae
Nome scientifico Ulmus minor
​Identificazione​​​ Grande albero alto 20-28 (40) m con tronco robusto, dritto, slanciato, molto ramificato, a corteccia grigia, fessurata longitudinalmente. Chioma larga, formata da rami lunghi. Rametti sottili, coperti di fine peluria. Foglie ruvide, ellittico acuminate (2-3 x 3-5 cm), con margine profondamente dentato.
Crescita e longevità Dotato di crescita rapida, raggiunge il massimo sviluppo in 150-200 anni, longevo, può raggiungere i 4-5 secoli di vita.
​Legno Alburno roseo-biancastro, durame bruno intenso, con anelli visibili, molto duro, pesante, compatto, forte e resistente.
Ecologia Cresce in boschi, siepi, incolti, vegetazione ripariale. Predilige i terreni sciolti, sabbioso-limosi, piuttosto profondi e freschi, ma si adatta anche ai suoli argillosi.
Fiori Antecedenti le foglie, poco appariscenti, rossicci, piccoli e raccolti in mazzetti. Fioritura: (febbraio) - marzo.
​Frutti Samare di 15-20 x 20-25 mm. Maturazione: aprile - maggio.
Propagazione Per seme (facoltà germinativa 60-90%) immediatamente dopo il distacco (fine aprile-inizio maggio) poiché perde rapidamente la germinabilità.
Interesse In passato, come l'acero campestre, era coltivato come sostegno vivo delle viti (cosiddette "maritate"), soprattutto in Emilia ed in Toscana. La corteccia e i giovani rami, molto elastici e tenaci, si usavano in passato come legacci per gli innesti e per fabbricare stuoie, sporte, ecc.
Distribuzione In Italia è frequente in tutte le regioni fino a quote di 400-600 m (raramente fino a 1200). E' presente in gran parte del territorio bresciano.
Impieghi Si alleva ad alto fusto o raramente a ceduo con turni di 15-20 anni. Di lunga durata se è costantemente impregnato di acqua, usato per fare barche, ponti, palafitte, pavimentazioni, tavolati, banchi, gradini, bare. Può resistere a notevoli sforzi, ed è perciò impiegato per argani, pulegge, archi, armature di miniere e di pozzi, costruzioni navali.
Curiosità Non è rovinato dall'urina degli animali. Sono ricercate le sue belle ràdiche per impiallacciature, calci di fucile, lavori d'intaglio e al tornio. Buon combustibile, ma lascia molta cenere. Soggetto ad elevata mortalità a causa di una virulenta malattia fungina, la grafiosi; apparsa nel 1930, fino ad oggi ha distrutto milioni di esemplari.​
Parco delle Colline di Brescia
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